Capitolo 3
La sovranità di Dio nell’amministrare ogni cosa

“Il SIGNORE ha stabilito il suo trono nei cieli, e il suo dominio si estende su tutto” (Sl. 103:19).

In primo luogo vorrei considerare quanto sia necessario che Dio governi il mondo materiale. Supponiamo per un momento, ai fini della nostra discussione, che Dio crei il mondo, che Egli stabilisca per esso certe leggi (che gli uomini chiamano “le leggi di natura”), e che poi Egli si ritiri, lasciando il mondo al suo destino e che queste leggi abbiano il loro corso. In tal caso noi avremo un mondo privo di un Governatore intelligente che lo presieda, un mondo controllato solo da leggi impersonali – concetto questo degno solo di crasso materialismo ed esplicito ateismo.

Supponiamolo per un momento, dico io, e chiediamoci, alla luce di tale presupposto: Quale garanzia avremmo noi che alla fine il mondo non finisca distrutto? Un’osservazione molto superficiale di tali “leggi di natura” rivela che esse non sono uniformi nel loro corso. Prova di questo si vede nel fatto che non vi siano due stagioni uguali. Se le leggi di natura sono tanto irregolari nel loro corso, che garanzia noi abbiamo che una terribile catastrofe non colpisca il nostro mondo? “Il vento soffia dove vuole”, il che significa che l’uomo non può né controllarlo, né bloccarlo. Talvolta il vento soffia con tanta furia che, acquistando volume e velocità, potrebbe diventare un uragano così spaventoso da assumere dimensioni mondiali. Se non vi fosse nulla più che leggi di natura che regolassero il vento, allora, forse domani stesso, potrebbe sorgere un tale spaventoso tornado da spazzare via ogni cosa dalla faccia della terra! Quale sicurezza potremmo noi avere contro una tale calamità? Inoltre, recentemente abbiamo udito e letto molto di nuvole cariche d’acqua che, liberandosene, hanno inondato interi distretti, causando immani disastri risultanti nella perdita d’innumerevoli vite umane e grandi danni materiali. Di fronte a queste cose l’uomo è impotente, perché la scienza non riesce a trovare mezzi adeguati per prevenire simili avvenimenti. Come facciamo allora a sapere che tali temibili inondazioni non si moltiplichino all’infinito tanto da sommergere d’acqua l’intero globo? Certo, non sarebbe nulla di nuovo: perché, infatti, non potrebbe ripetersi un diluvio universale come ai tempi di Noè? Che dire poi dei terremoti? Ogni tanto vi sono isole e persino intere città che vengono del tutto spazzate via – e che può fare l’uomo? Che garanzia abbiamo che un terremoto globale non distrugga l’intera terra? La scienza ci parla di grandi fuochi sotterranei che bruciano sotto la crosta relativamente sottile della terra: come facciamo a sapere che questo fuoco improvvisamente non si scateni e consumi l’intero globo? Certamente, a questo punto, avrete compreso dove io voglia arrivare dicendo tutto questo: Negate che Dio governi la materia, negate che Egli “sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza” (Eb. 1:3), ed ogni senso di sicurezza per noi sarà perduto!

Cerchiamo di fare ora un ragionamento simile al riguardo del genere umano. Sta forse Dio governando questo nostro mondo? E’ lui che dà forma al destino delle nazioni, controlla il corso degli imperi, determina i limiti delle dinastie? Ha forse Egli stabilito i limiti oltre ai quali i malfattori non possono andare dicendo: Fin qui e non oltre? Supponiamo per un momento che non sia così. Supponiamo che Dio abbia passato il controllo del timone alle Sue creature, e vediamo dove condurrebbe un simile presupposto. Ai fini soltanto della nostra discussione, diciamo che ogni uomo che entri in questo mondo sia dotato di una volontà assolutamente libera, e che sia impossibile comandargli di fare qualcosa o persino costringerlo a farla senza per questo distruggere la sua “sacra” libertà. Diciamo che ogni uomo possegga una tale conoscenza di ciò che è giusto o sbagliato, che egli abbia, di fatto, la facoltà di scegliere fra di essi, e che egli sia lasciato del tutto libero di fare le sue scelte e di andare nella direzione che vuole. Che avverrebbe? Ne conseguirebbe che l’uomo sarebbe sovrano, perché farebbe tutto ciò che gli piace e sarebbe l’architetto del suo destino. In tal caso non avremmo alcuna sicurezza che prima o poi egli respingesse del tutto il bene e scegliesse il male. Non avremmo, in tal caso alcuna garanzia contro la possibilità che l’intera umanità non commettesse un suicidio morale. Se ogni tipo di controllo da parte di Dio fosse eliminato e l’uomo fosse assolutamente libero, allora ogni distinzione etica ben presto sparirebbe, prevarrebbe ovunque lo spirito della barbarie, ed il pandemonio regnerebbe supremo. Perché no? Se una nazione depone i suoi governanti e ripudiasse la sua costituzione, che cosa impedisce a tutte le nazioni di fare altrettanto? Se poco più di un secolo fa nelle strade di Parigi correva a fiumi il sangue dei dimostranti, che sicurezza abbiamo che il presente secolo non termini fintanto che ogni città del mondo assista ad un simile spettacolo? Che impedisce che il mondo cada nella più totale inosservanza delle leggi e nell’anarchia universale? Abbiamo così mostrato quanto bisogno vi sia, anzi, quanto assolutamente necessario sia, che Dio sieda stabilmente sul trono di questo mondo e lo governi, che prenda sulle Sue spalle la funzione del governo e che controlli le attività ed i destini delle Sue creature.

L’uomo di fede, però, ha forse difficoltà nel percepire il governo di Dio su questo mondo? Non è forse vero che l’occhio consacrato a Dio discerne, perfino nel mezzo dell’apparente confusione e caos, la mano dell’Altissimo che controlla e dà forma agli affari degli uomini, persino negli interessi più comuni della vita di tutti i giorni? Prendete per esempio i contadini e i loro raccolti. Supponete che Dio li lasci a sé stessi: che impedirebbe loro, uno dopo l’altro, di trasformare tutti i loro campi in pascoli e dal dedicarsi esclusivamente alla cura del bestiame ed alla produzione lattifera? In tal caso sopraggiungerebbe ben presto una carestia di proporzioni mondiali perché non vi sarebbe più frumento e grano! Considerate il lavoro delle poste. Supponete che tutti decidessero di scrivere lettere solo di lunedì: potrebbero le autorità farcela con la posta il martedì? E come occuperebbero il loro tempo e bilancio della settimana? Pensate ai negozianti. Che accadrebbe se ogni casalinga andasse a fare la spesa solo di mercoledì, e rimanesse a casa per il resto della settimana? Queste cose, però, non succedono, anzi, i contadini in diversi paesi allevano bestiame sufficiente e coltivano abbastanza grano di vari tipi per supplire ai bisogni quasi incalcolabili della razza umana; si distribuisce uniformemente la posta in tutti i giorni lavorativi; le casalinghe vanno a fare la spesa, alcune al lunedì, altre al martedì, e così via. Non è forse vero che tutto questo sia prova evidente del fatto che Dio stia governando e che il Suo governo si estenda e sia esercitato su ogni cosa e su ogni creatura?

1. Dio governa la materia inanimata
Che Dio governi la materia inanimata, che la materia inanimata esegua ed adempia ai Suoi decreti, è dimostrato chiaramente fin dal frontespizio stesso della divina rivelazione. “Dio disse: «Sia luce!» E luce fu” (Ge. 1:3). “Poi Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo e appaia l'asciutto». E così fu” (Ge. 1:9). Ancora: “Poi Dio disse: «Produca la terra della vegetazione, delle erbe che facciano seme e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria semenza, sulla terra». E così fu” (Ge. 1:11). Come disse il Salmista: “Poich'egli parlò, e la cosa fu; egli comandò e la cosa apparve” (Sl. 33:9). Ciò che Genesi 1 afferma è illustrato più avanti per tutta la Bibbia. Dopo la creazione di Adamo, passarono 16 secoli prima che una sola goccia di pioggia cadde sulla terra, perché, prima di Noè: “un vapore saliva dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo” (Ge. 2:6). Quando però le iniquità degli antidiluviani furono giunte al culmine, Dio disse: “Ecco, io sto per far venire il diluvio delle acque sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni essere in cui è alito di vita; tutto quello che è sulla terra perirà” (Ge. 6:17), e come adempimento di questo, leggiamo: “Il seicentesimo anno della vita di Noè, il secondo mese, il diciassettesimo giorno del mese, in quel giorno tutte le fonti del grande abisso eruppero e le cateratte del cielo si aprirono. Piovve sulla terra quaranta giorni e quaranta notti” (Ge. 7:11,12).

Siate testimoni del controllo assoluto (e sovrano) di Dio sulla materia inanimata in connessione con le piaghe d’Egitto. Al Suo comando la luce si trasforma in tenebre ed i fiumi in sangue; cade la grandine, e la morte scende sull’empia terra del Nilo, fintanto che il suo arrogante monarca è costretto a gridare per esserne liberato. Notate particolarmente come qui il resoconto ispirato rende evidente il controllo assoluto che Dio ha sugli elementi: “Mosè stese il suo bastone verso il cielo e il SIGNORE mandò tuoni e grandine, e un fuoco si avventò sulla terra; il SIGNORE fece piovere grandine sul paese d'Egitto. Così ci fu grandine e il fuoco guizzava continuamente in mezzo alla grandine; la grandine fu così forte, come non ce n'era stata di simile in tutto il paese d'Egitto, da quando era diventato nazione. La grandine percosse, in tutto il paese d'Egitto, tutto quello che era nei campi: uomini e bestie; la grandine percosse ogni erba dei campi e fracassò ogni albero della campagna. Solamente nella terra di Goscen, dov'erano i figli d'Israele, non cadde grandine” (Es. 9:23-26). La stessa distinzione si osserva con la nona piaga: “Allora il SIGNORE disse a Mosè: «Stendi la tua mano verso il cielo e vi siano tenebre nel paese d'Egitto, così fitte da potersi toccare. Mosè stese la sua mano verso il cielo e per tre giorni ci fu una fitta oscurità in tutto il paese d'Egitto. Non ci si vedeva più l'un l'altro e per tre giorni nessuno si mosse da dove stava; ma tutti i figli d'Israele avevano luce nelle loro abitazioni” (Es. 10:21-23).

Gli esempi che abbiamo fatto non sono affatto casi isolati. Al decreto di Dio fuoco e zolfo cade dal cielo e sono distrutte le città della Pianura ed una fertile valle si trasforma in un ripugnante mare di morte. Al Suo comando le acque del Mar Rosso si dividono tanto da farvi passare gli Israeliti all’asciutto, ed alla Sua Parola il passaggio si chiude di nuovo distruggendo gli Egiziani che li stavano inseguendo. Una sola parola da Lui ed ecco che la terra si apre per inghiottirvi Kora e la sua ribelle compagnia. La fornace di Nebukadnetsar era stata riscaldata sette volte oltre alla sua normale temperatura, e vi erano stati gettati dentro tre figlioli di Dio, ma il fuoco non era riuscito nemmeno a annerirne le vesti, benché avesse bruciato quegli stessi uomini che li avevano gettati dentro. Che dimostrazione, poi, del controllo di governo del Creatore sugli elementi, quando Egli stesso divenne carne e dimorò fra gli uomini! Guardatelo addormentato sul fondo di una barca. Si scatena una tempesta. I venti rumoreggiano e la furia delle onde si scatena contro la barca. I discepoli che sono con Lui, temono che la barca si capovolga e finiscano tutti annegati. Risvegliano così il Maestro, e Gli dicono: «Maestro, non t'importa che noi moriamo?», e poi leggiamo: “Egli, svegliatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!» Il vento cessò e si fece gran bonaccia” (Mr. 4:38,39). Guardate ancora il mare, su comando del suo Creatore, come lo porta sulle sue onde. Alla Sua parola un albero di fichi si secca. Al tocco della Sua mano le malattie scompaiono.

Anche i corpi celesti sono governati dal loro Fattore ed eseguono il Suo beneplacito. Consideriamone due illustrazioni. Al Suo comando il sole arretra di dieci gradi sul quadrante di Achaz per venire in soccorso della debole fede di Ezechia. Ai tempi del Nuovo Testamento, Iddio fa sì che una stella annunci l’incarnazione del Suo Figlio – la stella che apparve ai tre saggi d’Oriente. Questa stella, c’è detto: “Andava davanti a loro finché, giunta al luogo dov'era il bambino, vi si fermò sopra” (Mt. 2:9). Quale gran dichiarazione è poi questa: “Egli manda i suoi ordini sulla terra, la sua parola corre velocissima. Egli manda la neve come lana, sparge la brina come cenere. Egli getta il suo ghiaccio come a pezzi; e chi può resistere al suo freddo? Egli manda la sua parola e li fa sciogliere; fa soffiare il suo vento e le acque corrono” (Sl. 147:15-18).

Le mutazioni degli elementi sono sottoposte al controllo sovrano di Dio. E’ Dio che trattiene la pioggia dal cadere, ed è Dio che fa ritornare la pioggia quando Egli vuole, dove vuole, e su chi vuole. Gli uffici meteorologici oggi potranno anche cercare di prevedere le condizioni del tempo, ma quanto frequentemente Iddio si prende gioco di esse! Le “macchie” solari, le varie attività dei pianeti, l’apparizione e la sparizione delle comete (a cui sono spesso attribuite le variazioni climatiche), i turbamenti atmosferici, ecc. sono semplicemente cause secondarie, perché dietro ad esse sta Dio stesso. Lasciamo che la Sua Parola ci parli ancora: “Vi ho anche rifiutato la pioggia, quando mancavano ancora tre mesi alla mietitura; ho fatto piovere sopra una città e non ho fatto piovere sull'altra; una parte del campo ha ricevuto la pioggia e la parte su cui non ha piovuto è inaridita. Due, tre città si trascinavano verso un'altra città per bere acqua, e non potevano dissetarsi; ma voi non siete tornati a me», dice il SIGNORE. «Vi ho colpito con ruggine e carbonchio; le locuste hanno divorato i vostri numerosi giardini, le vostre vigne, i vostri fichi, i vostri ulivi; ma voi non siete tornati a me», dice il SIGNORE. «Ho mandato la peste in mezzo a voi come in Egitto; ho ucciso i vostri giovani con la spada e ho catturato i vostri cavalli; vi ho fatto salire al naso il fetore dei vostri accampamenti; ma voi non siete tornati a me», dice il SIGNORE”  (Am. 4:7-10).

E’ del tutto vero che Iddio governi la materia inanimata. Terra ed aria, fuoco ed acqua, grandine e neve, venti violenti e mari burrascosi: tutto si muove alla Parola della Sua potenza e secondo il Suo sovrano beneplacito. Quando ci lamentiamo, quindi, del tempo, in realtà noi stiamo mormorando contro Dio!

2. Dio governa le creature irrazionali
Che impressionante illustrazione del governo di Dio sul regno animale troviamo in Genesi 2:19: “Dio il SIGNORE, avendo formato dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli del cielo, li condusse all'uomo per vedere come li avrebbe chiamati, e perché ogni essere vivente portasse il nome che l'uomo gli avrebbe dato”! Queste cose avvennero – non serve rammentarlo – nell’Eden, prima della caduta d’Adamo e la conseguente maledizione che fu inflitta ad ogni creatura. Inoltre la successiva nostra citazione risponde esaurientemente all’obiezione: il controllo che Dio esercita sugli animali fu ancora apertamente dispiegato nel tempo del Diluvio. Notate come Dio “fece venire” presso Noè ogni specie di creature viventi: “Di tutto ciò che vive, di ogni essere vivente, fanne entrare nell'arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te; e siano maschio e femmina” (Ge. 6:19). Tutto questo avvenne sotto il diretto sovrano controllo di Dio. Il leone della foresta, l’elefante della foresta, l’orso delle regioni polari, la fiera pantera, l’indomabile lupo, la fiera tigre, l’aquila poderosa e lo strisciante coccodrillo – considerateli nella loro naturale condizione selvatica, eppure quietamente si sottomisero alla volontà del loro Creatore, e vennero due per due nell’arca! Abbiamo già fatto riferimento alle piaghe d’Egitto come ad un’illustrazione del controllo che Dio esercita sulla materia inanimata: consideriamole ora di nuovo per osservare come esse dimostrino il Suo perfetto dominio sulle creature irrazionali. Alla sola Sua Parola il fiume produsse rane in abbondanza, e queste rane erano entrate nello stesso palazzo del Faraone e nelle case dei suoi servi e, contrariamente ai loro istinti naturali, entrarono nei letti, nei forni e nelle madie (Es. 8:13). Sciami di mosche invadono la terra d’Egitto ma non c’erano mosche nella terra di Goshen (Es. 8:22)! Poi viene colpito il bestiame: “"la mano del SIGNORE sarà sul tuo bestiame che è nei campi, sui cavalli, sugli asini, sui cammelli, sui buoi e sulle pecore; ci sarà una tremenda mortalità. Però il SIGNORE farà distinzione tra il bestiame d'Israele e il bestiame d'Egitto; nulla morirà di tutto quello che appartiene ai figli d'Israele"». Il SIGNORE fissò un termine, dicendo: «Domani il SIGNORE farà questo nel paese». L'indomani il SIGNORE lo fece e tutto il bestiame d'Egitto morì; ma del bestiame dei figli d'Israele non morì neppure un capo” (Es. 9:3-6). Allo stesso modo Iddio mandò nuvole di locuste per affliggere Faraone e la sua terra, stabilendo Egli stesso il tempo in cui avrebbero loro fatto visita, determinandone il corso e assegnando loro i limiti della loro predazione.

Gli angeli non sono quindi i soli che facciano ciò che Dio comanda loro. Anche le bestie brute eseguono il Suo beneplacito. L’arca sacra, l’arca del patto, si trova nel paese dei Filisteo. In che modo la si potrà riportare nella sua patria? Guardate chi sono i servitori di cui Dio fa uso per farla ritornare dove le appartiene? “Poi i Filistei chiamarono i sacerdoti e gl'indovini, e dissero: «Che faremo dell'arca del SIGNORE? Insegnateci il modo di rimandarla al suo luogo». Quelli risposero: «Se rimandate l'arca del Dio d'Israele, non la rimandate senza niente, ma fate un'offerta di riparazione; allora guarirete, e così saprete perché la sua mano non si è allontanata da voi». ... Fate dunque un carro nuovo e prendete due mucche che allattino e che non abbiano mai portato giogo; attaccate al carro le mucche e riconducete nella stalla i loro vitelli. Poi prendete l'arca del SIGNORE e mettetela sul carro; accanto ad essa mettete, in una cassetta, i lavori d'oro che presentate al SIGNORE come offerta di riparazione; poi lasciatela andare. E state a vedere: se sale per la via che conduce al suo paese, verso Bet-Semes, vuol dire che il SIGNORE è colui che ci ha fatto questo grande male; se no, sapremo che non ci ha colpito la sua mano, ma che questo ci è avvenuto per caso»” (1 Sa. 6:1-9). Quello che poi avvenne è davvero sorprendente: “Le mucche presero direttamente la via che conduce a Bet-Semes; seguirono sempre la medesima strada, muggendo mentre andavano, e non piegarono a destra né a sinistra. I prìncipi dei Filistei le seguirono sino ai confini di Bet-Semes” (1 Sa. 6:12).

Ugualmente sorprendente è quanto avviene nel caso di Elia: “La parola del SIGNORE gli fu rivolta in questi termini: «Parti di qua, va' verso oriente, e nasconditi presso il torrente Cherit, che è di fronte al Giordano. Tu berrai al torrente, e io ho comandato ai corvi che là ti diano da mangiare»” (1 Re 17:2-4). L’istinto naturale di queste bestie da preda fu tenuto in soggezione, ed invece di consumare essi stessi il cibo, lo portarono al servitore di Yahweh nel suo solitario ritiro.

Sono necessarie altre prove? Si? Allora eccone altre. Dio fa in modo che un asino muto rimproveri la follia del profeta. Iddio fa poi uscire dai boschi due orse pronte a divorare 42 persecutori d’Elia. In adempimento della Sua Parola Egli fa sì che dei cani lecchino il sangue della malvagia Jezebel. Egli suggella la bocca dei leoni di Babilonia quando Daniele viene gettato nella fossa dei leoni sebbene, più tardi, Egli faccia in modo che essi divorino gli accusatori di Daniele. Egli prepara un grande pesce per inghiottire il disubbidiente Giona e poi, quando batte l’ora stabilita, fa si che esso lo vomiti su terra asciutta. Al Suo comando un pesce porta in bocca una moneta affinché con essa egli paghi il tributo dovuto e, al fine di adempiere alla Sua Parola, Egli fa cantare un gallo due volte dopo il rinnegamento di Pietro. Vediamo così come Iddio regni sulle creature irrazionali: bestie dei campi, uccelli del cielo, pesci del mare. Tutti eseguono quello che Dio loro comanda.

3. Dio governa i figli degli uomini
Noi riconosciamo pienamente come questo sia la parte più difficile della nostra argomentazione. Per questo, essa sarà trattata più approfonditamente nelle pagine che verranno. Ci limitiamo ora, prima di considerarlo in maggior dettaglio, ad osservare il fatto che Dio governi in generale sugli uomini. Di fronte a noi vi sono due possibilità, e fra queste siamo obbligati ad operare una scelta: o Dio ci governa, o è Lui ad essere governato; o Dio regna sovranamente, oppure qualcun altro sovranamente Lo controlla; o Dio padroneggia sulle decisioni della Sua volontà, oppure sono gli uomini a determinare liberamente le proprie decisioni checché ne pensi Dio. E’ difficile scegliere fra queste due possibilità? Oseremmo forse affermare che nell’uomo noi vediamo una creatura così libera da ogni controllo, che, di fatto, essa sia libera rispetto a Dio? Diremmo forse che il peccato abbia così alienato il peccatore dal Dio tre volte santo, che egli si trova oltre i confini della Sua giurisdizione? Oppure diremo che l’uomo sia stato dotato di responsabilità morale, e che Dio debba lasciarlo completamente libero, almeno durante il suo periodo di prova? Visto che l’uomo naturale, rispetto a Dio, è un fuorilegge, un ribelle al Suo divino governo, ne consegue necessariamente che Dio non è in grado di adempiere i Suoi propositi attraverso di lui? Intendiamo dire non semplicemente che Egli possa prevalere sugli effetti delle azioni dei malfattori, né che Egli possa trascinarli di fronte al giudizio del Suo tribunale per far rendere loro conto dei loro misfatti e così punirli – ma intendiamo che ogni azione, anche quella del più malvagio fra i Suoi sudditi, si ponga interamente sotto il Suo controllo, si, che l’attore, anche inconsapevolmente, di fatto, esegua i segreti decreti dell’Altissimo. Non era forse stato così per Giuda, e non è anche possibile scegliere un caso estremo? Se anche il ribelle numero uno, Satana, di fatto eseguiva i decreti di Dio, è forse pretendere troppo alla nostra fede credere lo stesso di tutti i ribelli? Il tema che stiamo qui discutendo non è un’investigazione filosofica né una casistica di metafisica, ma quello di accertarci ciò che dice la Scrittura su questa profonda questione. Alla Legge, alla Testimonianza, dunque, perché è solo là che possiamo apprendere come operi il divino governo – il suo carattere, il suo disegno, il suo modus operandi, il suo scopo. Che cosa è dunque piaciuto a Dio di rivelarci nella Sua santa Parola, al riguardo del governo che Egli esercita sulle opere delle Sue mani e, particolarmente, su colui che originalmente era stato creato a Sua immagine ed a Sua somiglianza?

La Scrittura dice: “In lui viviamo, ci moviamo, e siamo” (At. 17:28): un’affermazione veramente onnicomprensiva! Queste parole, si noti bene, non erano state rivolte ad una delle chiese di Dio, né ad una compagnia di santi che aveva raggiunto un livello di spiritualità molto alto, ma ad un uditorio di pagani, gente che adorava “il Dio sconosciuto”, e che l’aveva deriso quando lui aveva parlato loro di risurrezione dai morti. L’apostolo Paolo non aveva esitato, di fronte a filosofi epicurei e stoici, di affermare che essi vivevano, si muovevano ed avevano il loro essere da Dio. Questo significava che essi non solo dovevano la loro esistenza e la sua preservazione a Chi aveva creato il mondo e tutti i suoi abitatori, ma che pure le loro stesse azioni erano avvolte e quindi pure controllate dal Signore del cielo e della terra. Si confronti Daniele 5:23, l’ultima affermazione: “…non hai glorificato il Dio che ha nella sua mano il tuo soffio vitale, e dal quale dipendono tutte le tue vie”  e Proverbi 16:1: “All'uomo spettano i disegni del cuore; ma la risposta della lingua viene dal SIGNORE”. Si noti come questa frase riguardi un’applicazione generale del principio: “all’uomo”, non semplicemente ai credenti: “Il cuore dell'uomo medita la sua via, ma il SIGNORE dirige i suoi passi” (Pr. 16:9). Se è il Signore a dirigere i passi dell’uomo, non è forse questa una prova che è Lui, Dio, a controllarli ed a governarli? Ancora: “Ci sono molti disegni nel cuore dell'uomo, ma il piano del SIGNORE è quello che sussiste” (Pr. 19:21). Potrebbe questo significare qualcosa di diverso dal fatto che non importa ciò che l’uomo possa desiderare o progettare, sarà sempre la volontà del suo Fattore ad essere eseguita? Come illustrazione di questa verità, si prenda il racconto de “Il ricco stolto”. Quello che il suo cuore progettava ci è ben noto: “Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: «Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; ripòsati, mangia, bevi, divèrtiti” (Lu. 12:18,19). Questi erano “i disegni” del suo cuore, ciononostante, sarebbe avvenuto solo quello che era stato stabilito dal Signore: “Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?" (Lu. 12:20).

“Il cuore del re, nella mano del SIGNORE, è come un corso d'acqua; egli lo dirige dovunque gli piace” (Pr. 21:1): che potrebbe essere più esplicito di questo? Dal cuore “provengono le sorgenti della vita” (Pr. 4:23), “poiché, come pensa nel suo cuore, così egli è” (Pr. 23:7 ND). Se dunque il cuore umano è nelle mani del Signore, e se Egli “lo dirige dovunque gli piace”, non è forse chiaro che gli uomini, persino governanti e re, e così tutti gli esseri umani, sono completamente sottoposti al governo dell’Onnipotente? Non è possibile porre alcun limite alle affermazioni di cui sopra. Insistere che alcuni uomini almeno, di fatto frustrino la volontà di Dio e sovvertano i Suoi consigli, significa ripudiare ciò che anche altri testi biblici esplicitamente affermano. Soppesate le seguenti affermazioni: “la sua decisione è una; chi lo farà mutare? Quello che desidera, lo fa” (Gb. 23:13); “La volontà del SIGNORE sussiste per sempre, i disegni del suo cuore durano d'età in età” (Sl. 33:11); “Non c'è saggezza, non intelligenza, non consiglio che valga contro il SIGNORE” (Pr. 21:30); “Il SIGNORE degli eserciti ha fatto questo piano; chi potrà frustrarlo? La sua mano è stesa; chi gliela farà ritirare?” (Is. 14:27); “Ricordate il passato, le cose antiche; perché io sono Dio, e non ce n'è alcun altro; sono Dio, e nessuno è simile a me. Io annunzio la fine sin dal principio, molto tempo prima dico le cose non ancora avvenute; io dico: Il mio piano sussisterà, e metterò a effetto tutta la mia volontà” (Is. 46:9,10).

In questi testi biblici non c’è ambiguità alcuna. Essi affermano nel modo più inequivocabile e senza riserve che non è possibile impedire che giunga ad effetto la volontà di Yahweh. Leggeremmo invano le Scritture se non vi rileviamo che le azioni degli uomini, buoni o cattivi che siano, sono governate dal Signore Iddio. Nimrod e i suoi compagni avevano deciso di costruire,a Babele, una torre altissima, ma quando stavano per realizzare i loro piani, Dio li rese del tutto vani. Iddio, di Abraamo, disse: “io lo chiamai solo” (Is. 51:2 Diod.), ma la sua gente lo accompagnò quando lasciò Ur dei Caldei. Forse che la volontà del Signore era stata in quel caso contraddetta? Certo No. Guardate a quanto segue: “Tera morì in Caran” (Ge. 11:32). Inoltre, sebbene Lot avesse accompagnato suo zio nella terra promessa, egli si separò ben presto da lui e si sistemò a Sodoma. Giacobbe era il figlio al quale l’eredità era stata promessa, e sebbene Isacco avesse cercato di sovvertire il decreto di Yahweh ed impartire la sua benedizione a Esaù, i suoi sforzi a nulla valsero. Ancora Esaù giurò vendetta su Giacobbe, ma quando più tardi si riunirono, invece di combattersi fino alla morte, piansero di gioia. I fratelli di Giuseppe avevano determinato di ucciderlo, ma i loro progetti malvagi furono frustrati. Il Faraone si era rifiutato di lasciare che Israele adempisse alle istruzioni di Yahweh, ma perì nel Mar Rosso senza nulla conseguire. Balak aveva assunto Balaam affinché maledisse gli Israeliti, ma Dio lo costrinse a benedirli. Haman aveva eretto una forca per Mardocheo, ma là fu lui stesso ad essere impiccato. Giona aveva resistito alla volontà rivelata di Dio, ma che ne fu di tutti i suoi sforzi per sfuggirvi? Ben potranno i pagani “tumultuare” e “meditare cose vane”. I re della terra ben potranno darsi convegno e congiurare contro il Signore e contro il Suo Cristo, dicendo: “Spezziamo i loro legami, e liberiamoci dalle loro catene” (Sl: 2:1-3). Sarà forse il grande Iddio perturbato o disturbato dalla ribellione delle Sue patetiche creature? Certo che no, al contrario: “Colui che siede nei cieli ne riderà; il Signore si farà beffe di loro” (Sl. 2:4). Egli è infinitamente esaltato al di sopra di tutto e di tutti, ma del tutto puerili appariranno alla Sua vista anche i più grandi complotti contro di Lui delle nazioni della terra riunite in confederazione. Esse saranno per lui solo e sempre delle pedine. Egli guarda ai loro patetici complotti, non solo senza alcun allarme, ma con “risate”. Egli tratta la loro impotenza con derisione. Egli che li più schiacciare come formiche esattamente quando e come vorrà, e consumarli in un solo momento al soffio della Sua bocca. Non è forse una “cosa vana” per i vasi d’argilla della terra, pensare di potersi ribellare alla gloriosa Maestà di Dio? Questo è il nostro Dio, e noi Gli rendiamo il culto che Gli è dovuto.

Notate pure la sovranità che Dio manifesta nel modo con cui tratta gli uomini! Mosè era tardo a parlare, ma non lo era Aaronne, suo fratello, il quale sarebbe diventato Suo ambasciatore nel richiedere al Faraone d’Egitto che lasciasse libero l’oppresso popolo di Israele. Mosè, ancora, sebbene sia da Dio grandemente favorito, per una sola parola di risentimento è escluso da Canaan; mentre Elia si lamenta con passione verso Dio e non riceve che una dolce riprensione, non solo, più tardi verrà rapito in cielo senza conoscere la morte. Uzza tocca semplicemente l’arca e istantaneamente viene ucciso, mentre i Filistei la portano ne fanno derisoria parata senza subirne danno immediato. Manifestazioni di grazia che avrebbero portato la condannata Sodoma a ravvedimento, non riuscirono minimamente a smuovere Capernaum, altamente privilegiata. Opere potenti che avrebbero sottomesso sia Tiro che Sidone, lasciano indifferenti le città della Galilea sotto la maledizione di un Evangelo respinto. Perché queste non vengono portate al ravvedimento? Se queste opere potenti, poi, le avevano lasciate indifferenti, perché mai manifestarle? Si tratta d’esempi inimitabili della volontà sovrana ed insondabile dell’Altissimo.

4. Dio governa gli angeli: sia buoni che cattivi
Gli angeli sono servitori di Dio, i Suoi messaggeri, i Suoi “strumenti di comunicazione”. Essi sempre ubbidiscono alla Parola della Sua bocca ed eseguono ciò che Egli comanda. “Dio mandò un angelo a Gerusalemme per distruggerla; e come questi si disponeva a distruggerla, il SIGNORE gettò su di lei lo sguardo, si pentì della calamità che aveva inflitta, e disse all'angelo distruttore: «Basta; ritira ora la tua mano!» L'angelo del SIGNORE si trovava presso l'aia di Ornan, il Gebuseo. ... Poi il SIGNORE comandò all'angelo di rimettere la spada nel fodero” (2 Cr. 21:15,27).

Si potrebbero citare molti altri testi biblici per mostrare come gli angeli siano soggetti alla volontà del loro Creatore ed eseguano i Suoi comandi. “Pietro, rientrato in sé, disse: «Ora so di sicuro che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha liberato dalla mano di Erode e da tutto ciò che si attendeva il popolo dei Giudei»” (At. 12:11). “Poi mi disse: «Queste parole sono fedeli e veritiere; e il Signore, il Dio degli spiriti dei profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi ciò che deve accadere tra poco»” (Ap. 22:6). Quando il Signore tornerà avverrà che: “Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono l'iniquità” (Mt. 13:41). Leggiamo poi ancora: “E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all'altro dei cieli” (Mt. 24:31).

Lo stesso vale per gli spiriti maligni: anch’essi adempiono i sovrani decreti di Dio. Uno spirito maligno viene inviato da Dio per suscitare una ribellione nel campo di Abimelech: “Poi Dio mandò un cattivo spirito fra Abimelec e i Sichemiti; e i Sichemiti non furono più fedeli ad Abimelec” (Gd. 9:23). Un altro spirito maligno è lo spirito di menzogna che Egli manda per far parlare i profeti di Acab: “E ora ecco, il SIGNORE ha messo uno spirito di menzogna in bocca a tutti questi tuoi profeti; ma il SIGNORE ha pronunziato del male contro di te»” (1 Re 22:23). Un altro ancora è mandato ad affliggere Saul: “Lo spirito del SIGNORE si era ritirato da Saul; e uno spirito cattivo, permesso dal SIGNORE, lo turbava” (1 Sa. 16:14).

Lo stesso avviene anche nel Nuovo Testamento: un’intera legione di demoni non può uscire dalla loro vittima fintanto che il Signore non dà loro il permesso di entrare in una mandria di porci. E’ chiaro così dalla Scrittura che gli angeli, buoni o cattivi che siano, sono sotto il controllo di Dio per portare a termine, volenti o nolenti, i Suoi propositi. Si, persino Satana è assolutamente sotto il controllo di Dio. Nell’Eden è trascinato da Dio a rendergli conto del suo comportamento, ascolta la sentenza a lui comminata e non dice una parola. Satana è incapace persino di toccare Giobbe fintanto che Dio non glielo permette. Satana deve prima avere il consenso di Cristo per poter mettere alla prova Pietro: “Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano” (Lu. 22:31). Quando Cristo comanda a Satana di andarsene, leggiamo: “Allora il diavolo lo lasciò” (Mt. 4:11). Alla fine Satana sarà gettato nel Lago di Fuoco, preparato per lui e per i suoi angeli.

Il Signore onnipotente regna. Egli esercita il Suo governo sulla materia inanimata, sulle bestie brute, sui figli degli uomini, su angeli buoni e cattivi, su Satana stesso. Non c’è nulla che possa avvenire nel vasto universo senza che Dio lo abbia stabilito dall’eternità: nessun mondo può ruotare, nessuna stella brillare, nessuna creatura muoversi, nessun’azione umana, nessun’iniziativa angelica, nessun’opera satanica.  E’ qui il fondamento della fede. E’ qui che l’intelletto umano può trovare la sua pace. Non esiste il cieco destino, non esiste alcun male incontrollato, né uomo né demone che possa fare ciò che Dio non autorizzi. E’ l’onnipotente Iddio che governa il mondo, secondo il Suo beneplacito e per la Sua eterna gloria.


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La sovranità di Dio

di A. W. Pink