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Quarantunesima domenica
D.  108. Che cosa dice il settimo comandamento?

Che l'impurità è maledetta da Dio[1] e che dob­biamo quindi detestarla dal profondo del cuore[2] e vi­vere in modo casto e ordinato, sia nel santo stato del matrimonio, sia al di fuori di esso[3].

D. 109. In questo comandamento Dio proibisce solo l'adulterio e simili infamie?

Poiché sia il nostro corpo che la nostra anima sono tempio dello Spirito Santo, Dio esige che noi li conserviamo puri e santi. Egli vieta perciò ogni impurità nelle nostre azioni, nei nostri gesti e nelle nostre parole, pen­sieri, desideri[4] e tutto ciò che può portarci ad essi[5]..



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[1] "Osserverete dunque i miei ordini e non seguirete nessuno di quei costumi abominevoli che sono stati seguiti prima di voi, e non vi contaminerete con essi. Io sono il SIGNORE vostro Dio" (Le. 18:30); "Come si addice ai santi, né fornicazione, né impurità, né avarizia, sia neppure nominata tra di voi; né oscenità, né parole sciocche o volgari, che sono cose sconvenienti; ma piuttosto abbondi il ringraziamento. Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore o impuro o avaro (che è un idolatra) ha eredità nel regno di Cristo e di Dio" (Ef. 5:3-5).

[2] "Abbiate pietà di quelli che sono nel dubbio; salvateli, strappandoli dal fuoco; e degli altri abbiate pietà mista a timore, odiando perfino la veste contaminata dalla carne" (Gd. 22,23).

[3] 1 Corinzi 7:1-9; 1 Tessalonicesi 4:3-8; "Il matrimonio sia tenuto in onore da tutti e il letto coniugale non sia macchiato da infedeltà; poiché Dio giudicherà i fornicatori e gli adùlteri" (Eb. 13:4).-

[4] "«Voi avete udito che fu detto: "Non commettere adulterio". Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. Se dunque il tuo occhio destro ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; poiché è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che vada nella geenna tutto il tuo corpo" (Mt. 5:27-29); "Fuggite la fornicazione. Ogni altro peccato che l'uomo commetta, è fuori del corpo; ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo. Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi. Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo" (1 Co. 6:18-20); "Come si addice ai santi, né fornicazione, né impurità, né avarizia, sia neppure nominata tra di voi; né oscenità, né parole sciocche o volgari, che sono cose sconvenienti; ma piuttosto abbondi il ringraziamento" (Ef. 5:3,4).

[5] "Non v'ingannate: «Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi»" (Ef. 15:33); "Non ubriacatevi! Il vino porta alla dissolutezza. Ma siate ricolmi di Spirito" (Ef. 5:18).

Quarantaduesima domenica

D. 110. Che cosa proibisce Dio nell'ottavo comanda­mento?

Dio proibisce non solo il furto e le estorsioni[1] che sono punite dal magistrato, ma elenca anche tutte le azioni disoneste e le macchinazioni con cui cerchiamo di impadronirci dei beni del nostro prossimo, sia con la forza, sia con la parvenza del diritto[2], come anche con falsi pesi, misure, misurazioni, mercanzie e monete, attraverso l'usura[3] o qualche altro mezzo proibito da Dio. Allo stesso modo, egli proibisce sia l'avarizia[4] che lo spreco dei suoi doni[5].

D. 111. E a te che cosa ordina Dio in questo comanda­mento?

Di cercare, per quanto possibile, il vantaggio del mio pros­simo, di agire nei suoi riguardi come vorrei che si facesse nei miei riguardi e di impegnarmi ad assistere l'indigente nella sua povertà[6].



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[1] Esodo 22:1-4; "Vi ho scritto nella mia lettera di non mischiarvi con i fornicatori; non del tutto però con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari e i ladri, o con gl'idolatri; perché altrimenti dovreste uscire dal mondo (...) Non sapete che gl'ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v'illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio" (1 Cr. 5:9,10; 6:9,10).

[2] "La voce del SIGNORE grida alla città, chi ha senno teme il tuo nome. «Ascoltate la minaccia del castigo e colui che lo manda! Ci sono ancora, nella casa dell'empio, tesori illecitamente acquistati, e l'efa scarso, che è cosa abominevole? Sarei io puro se tollerassi bilance false e il sacchetto dei pesi falsi?" (Mi. 6:9-11); "Lo interrogarono pure dei soldati, dicendo: «E noi, che dobbiamo fare?» Ed egli a loro: «Non fate estorsioni, non opprimete nessuno con false denunzie, e contentatevi della vostra paga»" (Lu. 3:14); Giacomo 5:1-6.

[3] Deuteronomio 25:13-16; "...non dà il suo denaro a usura, né accetta regali a danno dell'innocente. Chi agisce così non sarà mai smosso" (Sl. 15:5); "La bilancia falsa è un abominio per il SIGNORE, ma il peso giusto gli è gradito" (Pr. 11:1); "Le labbra bugiarde sono un abominio per il SIGNORE, ma quelli che agiscono con sincerità gli sono graditi" (Pr. 12:22); "Così parla DIO, il Signore: Basta, o prìncipi d'Israele! Lasciate da parte la violenza e le rapine, praticate il diritto e la giustizia, liberate il mio popolo dalle vostre estorsioni! dice DIO, il Signore. Abbiate bilance giuste, efa giusto, bat giusto. L'efa e il bat avranno la stessa capacità; il bat conterrà la decima parte di un comer e l'efa la decima parte di un comer; la loro capacità sarà regolata dal comer. Il siclo sarà di venti ghere; venti sicli più venticinque sicli più quindici sicli formeranno la vostra mina" (Ez. 45:9-12); "Ma amate i vostri nemici, fate del bene, prestate senza sperarne nulla e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; poiché egli è buono verso gli ingrati e i malvagi" (Lu. 6:35).

[4] "Poi disse loro: «State attenti e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall'abbondanza dei beni che uno possiede, che egli ha la sua vita»" (Lu. 12:15); "Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore o impuro o avaro (che è un idolatra) ha eredità nel regno di Cristo e di Dio" (Ef. 5:5).

[5] "In casa del saggio ci sono tesori preziosi e olio, ma l'uomo stolto dà fondo a tutto" (Pr. 21:20); "Non essere di quelli che sono bevitori di vino, che sono ghiotti mangiatori di carne, perché l'ubriacone e il goloso impoveriranno e i dormiglioni andranno vestiti di cenci" (Pr. 23:20,21); "Chi è fedele nelle cose minime, è fedele anche nelle grandi; e chi è ingiusto nelle cose minime, è ingiusto anche nelle grandi. Se dunque non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà quelle vere? E, se non siete stati fedeli nei beni altrui, chi vi darà i vostri? Nessun domestico può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona»" (Lu. 16:13-20).

[6] Isaia 55:5-10; "Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti" (Mt. 7:12); "Non ci scoraggiamo di fare il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo. Così dunque, finché ne abbiamo l'opportunità, facciamo del bene a tutti; ma specialmente ai fratelli in fede" (Ga. 6:9,10); "Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel bisogno" (Ef. 4:28).

Quarantatreesima domenica
D. 112. Che cosa esige il nono comandamento?

Che non renda falsa testimonianza né deformi le parole di alcuno, che non sparli né calunni, che non favorisca una condanna pronunciata alla leggera e senza aver ascoltato l'accusato[1], ma che eviti ogni menzogna e ogni inganno come altrettante opere del diavolo, sotto pena di attirare su di me tutta la collera di Dio[2]. Che, in tribunale o altrove, ami la verità[3], la dica e la confessi sinceramente. Infine, che difenda e sostenga con tutte le mie forze l'onore e il buon nome del mio prossimo[4].



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[1]Salmo 15; “Il falso testimone non rimarrà impunito, chi spaccia menzogne non avrà scampo. (...) Il falso testimone non rimarrà impunito, e chi spaccia menzogne perirà." (Pr. 19:5,9); "Il testimone bugiardo perirà, ma l'uomo che ascolta potrà sempre parlare" (Pr. 21:28); "Non giudicate, affinché non siate giudicati" (Mt. 7:1); "Non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate, e non sarete condannati; perdonate, e vi sarà perdonato" (Lu. 6:37); "Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza affetti naturali, spietati. Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette" (Ro. 1:28-32).

[2]"Non ruberete, e non userete inganno né menzogna gli uni a danno degli altri. Non giurerete il falso, usando il mio nome; perché profanereste il nome del vostro Dio. Io sono il SIGNORE" (Le.1 9:11,12); "Le labbra bugiarde sono un abominio per il SIGNORE, ma quelli che agiscono con sincerità gli sono graditi" (Pr. 12;22); "Il giusto odia la menzogna, ma l'empio getta sugli altri discredito e vergogna" (Pr. 13:5); "Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna" (Gv. 8:44); "Ma per i codardi, gl'increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda»" (Ap. 21:8).

[3]"...non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità" (1 Co. 13:6); "Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri" (Ef. 4:25).

[4]“Infine, siate tutti concordi, compassionevoli, pieni di amore fraterno, misericordiosi e umili; non rendete male per male, od oltraggio per oltraggio, ma, al contrario, benedite; poiché a questo siete stati chiamati affinché ereditiate la benedizione” (1 Pi. 3:8,9); “Soprattutto, abbiate amore intenso gli uni per gli altri, perché l'amore copre una gran quantità di peccati” (1 Pi. 4:8).

Quarantaquattresima domenica
D. 113. Che cosa esige il decimo comandamento?

Che non entri mai nel nostro cuore la minima invidia o il più piccolo pensiero contrario a qualsiasi comandamento di Dio. ma che di tutto cuore e in ogni tempo detestiamo il peccato e ci compiacciamo della giustizia[1].

D. 114. Coloro che sono convertiti a Dio possono osservare perfettamente questi comandamenti?

No, poiché anche i più santi, finché sono in questa vita, non sono che all'inizio di una tale obbedienza[2]. Ma essi cominciano a vivere non solo secondo qualcuno dei comandamenti di Dio[3], bensì secondo tutti, applicandovisi seriamente.

D. 115. Perché Dio ci fa annunciare in un modo così stretto i dieci comandamenti, visto che nessuno può osservarli in questa vita?

In primo luogo, affinché durante tutta la nostra vita rico­nosciamo sempre meglio la nostra natura peccatrice e cerchiamo con tanto maggior ardore il perdono dei peccati e la giustizia in Cristo[4]. In secondo luogo, affinché possiamo essere zelanti nelle opere buone, e senza sosta chiediamo a Dio la grazia dello Spirito Santo, per essere sempre più rinnovati a sua im­magine, fino a quando, dopo questa vita, raggiungiamo la per­fezione[5] che è il nostro fine.



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[1]Salmo 19:7-14;  “"Esaminami, o Dio, e conosci il mio cuore. Mettimi alla prova e conosci i miei pensieri. Vedi se c'è in me qualche via iniqua e guidami per la via eterna" (Sl. 139:23,24); "Che cosa diremo dunque? La legge è peccato? No di certo! Anzi, io non avrei conosciuto il peccato se non per mezzo della legge; poiché non avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: «Non concupire». Ma il peccato, còlta l'occasione, per mezzo del comandamento, produsse in me ogni concupiscenza; perché senza la legge il peccato è morto" (Ro. 7:7,8).

[2]"Certo, non c'è sulla terra nessun uomo giusto che faccia il bene e non pecchi mai" (Ec. 7:20); "Sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io sono carnale, venduto schiavo al peccato. Poiché, ciò che faccio, io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio" (Ro. 7:14,15); "...poiché noi conosciamo in parte, e in parte profetizziamo" (1 Co. 13:9); "Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi" (1 Gv. 1:8).

[3]"Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella legge medita giorno e notte" (Sl. 1:1,2); "Infatti io mi compiaccio della legge di Dio, secondo l'uomo interiore, ma vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della legge del peccato che è nelle mie membra. Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Così dunque, io con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato" (Ro. 7:22-25); Filippesi 3:12-16.

[4]Romani 3:19-26; "Davanti a te ho ammesso il mio peccato, non ho taciuto la mia iniquità. Ho detto: «Confesserò le mie trasgressioni al SIGNORE», e tu hai perdonato l'iniquità del mio peccato" (Sl. 32:5); "Che cosa diremo dunque? La legge è peccato? No di certo! Anzi, io non avrei conosciuto il peccato se non per mezzo della legge; poiché non avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: «Non concupire». Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Così dunque, io con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato" (Ro. 7:7,24,25); "Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità" (1 Gv. 1:9).

[5]"Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo" (1 Co. 9:24); "Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù" (Fl. 3:12-14); “Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è. E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com'egli è puro” (1 gV. 3:1-3).

LA PREGHIERA
Quarantacinquesima domenica
D. 116. Perché la preghiera è necessaria ai cristiani?

Perché è la parte più importante della riconoscenza che Dio esige[1] da noi ed egli non vuole dare la sua grazia e il suo Santo Spirito solo a coloro che glieli chiedono con preghiere ardenti e continue e lo ringraziano per questo[2].

D. 117. Che cosa occorre alla preghiera perché sia gra­dita a Dio e da lui esaudita?

In primo luogo, che invochiamo di tutto cuore il solo vero Dio che si è rivelato a noi nella sua Parola  per ot­tenere da lui tutto ciò che ci ha comandato di chiedergli[3]  In secondo luogo, che riconosciamo piena­mente la nostra povertà e la nostra miseria per umiliarci davanti alla sua maestà[4]. In terzo luogo, che ci basiamo sulla certezza che, senza tener conto della nostra indegnità, egli esaudirà si­curamente la nostra preghiera a causa del Signore Gesù Cristo, come ce lo ha promesso nella sua Parola[5].

D. 118. Dio che cosa ci ha comandato di chiedergli?

Tutto ciò che è necessario all'anima e al corpo[6] e che il Si­gnore Gesù Cristo ha riassunto nella preghiera che ci ha lui stesso insegnato.

D. 119. Che cosa dice questa preghiera?

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra come è fatta in cielo. Dacci oggi il nostro pane quotidiano; rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori; e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno. Perché a te appartengono il regno, la potenza e la gloria in eterno, amen[7].



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[1]"Come sacrificio offri a Dio il ringraziamento, e mantieni le promesse fatte al SIGNORE; poi invocami nel giorno della sventura; io ti salverò, e tu mi glorificherai" (Sl. 50:14,15); "Che potrò ricambiare al SIGNORE per tutti i benefici che mi ha fatti? Io alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del SIGNORE. Scioglierò i miei voti al SIGNORE e lo farò in presenza di tutto il suo popolo. È preziosa agli occhi del SIGNORE la morte dei suoi fedeli. Sì, o SIGNORE, io sono il tuo servo, sono tuo servo, figlio della tua serva; tu hai spezzato le mie catene. Io t'offrirò un sacrificio di lode e invocherò il nome del SIGNORE. Adempirò le mie promesse al SIGNORE e lo farò in presenza di tutto il suo popolo, nei cortili della casa del SIGNORE, in mezzo a te, o Gerusalemme" (Sl. 116:12-19); "Siate sempre gioiosi; non cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi" (1 Ts. 5:16-18).

[2]"Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa" (Mt. 7:7,8); "Io altresì vi dico: Chiedete con perseveranza, e vi sarà dato; cercate senza stancarvi, e troverete; bussate ripetutamente, e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa. E chi è quel padre fra di voi che, se il figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra? O se gli chiede un pesce, gli dia invece un serpente? Oppure se gli chiede un uovo, gli dia uno scorpione? Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!»" (Lu. 11:9-13).

[3]"Il SIGNORE è vicino a tutti quelli che lo invocano, a tutti quelli che lo invocano in verità. Egli adempie il desiderio di quelli che lo temono, ode il loro grido, e li salva. SIGNORE protegge tutti quelli che l'amano, ma distruggerà tutti gli empi" (Sl. 145:18-20); "Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità»" (Gv. 4:22-24); "Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili; e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio" (Ro. 8:26,27); "Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data" (Gm. 1:5); "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce" (1 Gv. 5:14); "Io mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo. Ma egli mi disse: «Guàrdati dal farlo. Io sono un servo come te e come i tuoi fratelli che custodiscono la testimonianza di Gesù: adora Dio! Perché la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia»" (Ap. 19:10).

[4]Apocalisse 4:1-11; "Se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvagie, io lo esaudirò dal cielo, gli perdonerò i suoi peccati, e guarirò il suo paese" (2 Cr. 7:14); "Dio nostro, non vorrai giudicarli? Poiché noi siamo senza forza, di fronte a questa gran moltitudine che avanza contro di noi; e non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su di te!»" (2 Cr. 20:12); "Servite il SIGNORE con timore, e gioite con tremore" (Sl. 2:11); "Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito" (Sl. 34:18); "Confida in lui in ogni tempo, o popolo; apri il tuo cuore in sua presenza; Dio è il nostro rifugio" (Sl. 62:8); "Tutte queste cose le ha fatte la mia mano, e così sono tutte venute all'esistenza», dice il SIGNORE. «Ecco su chi io poserò lo sguardo: su colui che è umile, che ha lo spirito afflitto e trema alla mia parola" (Is. 66:2).

[5]"Ora, o Dio nostro, ascolta la preghiera e le suppliche del tuo servo; per amor tuo, Signore, fa' risplendere il tuo volto sul tuo santuario che è desolato! O mio Dio, inclina il tuo orecchio e ascolta! Apri gli occhi e guarda le nostre desolazioni, guarda la città sulla quale è invocato il tuo nome; poiché non ti supplichiamo fondandoci sulla nostra giustizia, ma sulla tua grande misericordia. Signore, ascolta! Signore, perdona! Signore, guarda e agisci senza indugio per amore di te stesso, o mio Dio, perché il tuo nome è invocato sulla tua città e sul tuo popolo»" (Da. 9:17-19); "...perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa" (Mt. 7:8); "...e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò" (Gv. 14:13,14); "Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato" (Ro. 10:13); "Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data" (Gm. 1:6).

[6]"Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più" (Mt. 6:33); ".Egli disse loro: «Quando pregate, dite: "Padre, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano; e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo a ogni nostro debitore; e non ci esporre alla tentazione" (Lu. 11_2-4).

[7]Matteo 6:9-13; Luca 11:2-4.

Quarantaseiesima domenica
D. 120. Perché Cristo ci ha comandato di rivolgerci a Dio chiamandolo «nostro Padre»?

Per risvegliare in noi, fin dall'inizio della nostra preghiera, il timore filiale e la fiducia in Dio che devono essere il fonda­mento della nostra preghiera. Infatti, Dio è diventato nostro Padre attraverso il Cristo e non vuole rifiutarci ciò che gli chie­diamo con fede ben più di quanto non vogliano rifiutarci le cose di questo mondo i nostri padri terreni[1].

D. 121. Perché si aggiunge «che sei nei cieli»?

Affinché non concepiamo in modo terreno la maestà cele­ste di Dio[2] e ci aspettiamo dalla sua onnipotenza ciò che è necessario per il corpo e per l'anima[3].



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[1]"Qual è l'uomo tra di voi, il quale, se il figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra? Oppure se gli chiede un pesce, gli dia un serpente? Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele domandano!" (Mt. 7:9-11); "E chi è quel padre fra di voi che, se il figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra? O se gli chiede un pesce, gli dia invece un serpente? Oppure se gli chiede un uovo, gli dia uno scorpione? Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!»" (Lu. 11:11-13).

[2]"Sono io soltanto un Dio da vicino», dice il SIGNORE, «e non un Dio da lontano? Potrebbe uno nascondersi in luogo occulto in modo che io non lo veda?» dice il SIGNORE. «Io non riempio forse il cielo e la terra?» dice il SIGNORE" (Gr. 23:23,24); "Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d'uomo; e non è servito dalle mani dell'uomo, come se avesse bisogno di qualcosa; lui, che dà a tutti la vita, il respiro e ogni cosa" (At. 17:24,25).

[3]Matteo 6:25-34; “Che diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?” (Ro. 8:31,32)

Quarantasettesima domenica
D. 122. Qual è la prima richiesta?

«Sia santificato il tuo nome», cioè donaci, anzitutto, di co­noscerti veramente[1], di santificarti, di celebrarti e di lodarti in tutte le tue opere nelle quali brillano la tua onnipotenza, la tua sapienza, la tua bontà, la tua giustizia, la tua misericordia e la tua verità[2].. Donaci anche di poter dirigere tutta la nostra vita, i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre azioni, in modo che il tuo nome, per causa nostra, non sia bestemmiato, ma piuttosto onorato e glorificato[3].



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[1]"Il saggio non si glori della sua saggezza, il forte non si glori della sua forza, il ricco non si glori della sua ricchezza: ma chi si gloria si glori di questo: che ha intelligenza e conosce me, che sono il SIGNORE. Io pratico la bontà, il diritto e la giustizia sulla terra, perché di queste cose mi compiaccio», dice il SIGNORE" (Gr. 9:23,24); "«ma questo è il patto che farò con la casa d'Israele, dopo quei giorni», dice il SIGNORE: «io metterò la mia legge nell'intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. Là si stabiliranno assieme Giuda e tutte le sue città; gli agricoltori e quelli che guidano le greggi" (Gr. 31:33,34); "Gesù, replicando, disse: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli" (Mt. 16:17); "Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo" (Gv. 17:3).

[2]Salmo 145; "Il SIGNORE discese nella nuvola, si fermò con lui e proclamò il nome del SIGNORE. Il SIGNORE passò davanti a lui, e gridò: «Il SIGNORE! il SIGNORE! il Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira, ricco in bontà e fedeltà, che conserva la sua bontà fino alla millesima generazione, che perdona l'iniquità, la trasgressione e il peccato ma non terrà il colpevole per innocente; che punisce l'iniquità dei padri sopra i figli e sopra i figli dei figli, fino alla terza e alla quarta generazione!» Mosè subito s'inchinò fino a terra e adorò" (Es. 34:5—8); Geremia 32:16-20; Luca 1:46-55,58-75; “Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie! Infatti, «chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì da riceverne il contraccambio?» Perché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen” (Ro. 11:33-36).

[3]"Non a noi, o SIGNORE, non a noi, ma al tuo nome da' gloria, per la tua bontà e per la tua fedeltà!" (Sl. 115:1); "Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli" (Mt. 5:16).

Quarantottesima domenica
D. 123. Qual è la seconda richiesta?

«Venga il tuo regno», cioè: regna talmente su di noi me­diante la tua Parola e il tuo Spirito che noi ci sottomettiamo sempre più a te[1]. Conserva e accresci la tua chiesa[2].. Distruggi le opere del dia­volo e ogni potere che si erge contro di te e tutti i cattivi disegni che si oppongono alla tua Parola[3], fino a quando non giunga la pienezza del tuo regno [4] dove tu sarai tutto in tutti.



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[1]"Sia ferma la mia condotta nell'osservanza dei tuoi statuti! (...) La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero" (Sl. 119:5,105); "Insegnami a far la tua volontà, poiché tu sei il mio Dio, il tuo Spirito benevolo mi guidi in terra piana" (Sl. 143:10); "Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più" (Mt. 6:33).

[2]Atti 2:42-47; "Fa' del bene a Sion, nella tua grazia; edifica le mura di Gerusalemme" (Sl. 51:18); "Pregate per la pace di Gerusalemme! Quelli che ti amano vivano tranquilli. Ci sia pace all'interno delle tue mura e tranquillità nei tuoi palazzi! Per amore dei miei fratelli e dei miei amici, io dirò: «La pace sia dentro di te!». Per amore della casa del SIGNORE, del nostro Dio, io cercherò il tuo bene" (Sl. 122:6-9); "E anch'io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell'Ades non la potranno vincere" (Mt. 16:18).

[3] "Il Dio della pace stritolerà presto Satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi" (Ro. 16:20); "Colui che persiste nel commettere il peccato proviene dal diavolo, perché il diavolo pecca fin da principio. Per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo" (1 Gv. 3:8).

[4] "appiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo" (Ro. 8:22,23); "Quando ogni cosa gli sarà sta ta sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti" (1 Co. 15:28); "Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni». E chi ode, dica: «Vieni». Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita (...) Colui che attesta queste cose, dice: «Sì, vengo presto!».Amen! Vieni, Signore Gesù!" (Ap. 22:17,20).

Quarantanovesima domenica
D. 124. Qual è la terza richiesta?

«Sia fatta la tua volontà sulla terra come in cielo», vale a dire: concedi a noi e a tutti gli uomini di rinunciare alla nostra pro­pria volontà e di non obbedire, senza mormorare, che alla tua volontà, che sola è buona[1], e concedi anche ad ognuno di assolvere il compito proprio della sua vocazione[2], con la stessa prontezza e fedeltà degli angeli in cielo[3].



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[1] "«Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli (...)  Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà. Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l'anima sua? O che darà l'uomo in cambio dell'anima sua?" (Mt. 7:21; 16:24-26); "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta»" (Lu. 22:42); "Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà" (Ro. 12:1,2); "Infatti la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunziare all'empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo" (Tt. 2:11,12).

[2] 2 Corinzi 7:17-24; Efesini 6:5-9.

[3] "Benedite il SIGNORE, voi suoi angeli, potenti e forti, che fate ciò ch'egli dice, ubbidienti alla voce della sua parola! Benedite il SIGNORE, voi tutti gli eserciti suoi, che siete suoi ministri, e fate ciò che egli gradisce!" (Sl. 103:20,21).

Cinquantesima domenica
D. 125. Qual è la quarta richiesta?

«Dacci oggi il nostro pane di questo giorno», cioè: voglia tu procurarci tutto ciò che è necessario al corpo[1], in modo che riconosciamo in questo che tu sei la fonte unica di ogni bene[2] e che né le nostre preoccupazioni né i nostri sforzi, né i tuoi doni ci giovino senza la tua benedizione[3]; e, infine, che così sottraiamo la nostra fiducia a tutte le creature per non riporla se non in te[4].



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[1] Matteo 6:25-34; "Tutti quanti sperano in te perché tu dia loro il cibo a suo tempo. Tu lo dai loro ed essi lo raccolgono; tu apri la mano, e sono saziati di beni. Tu nascondi la tua faccia, e sono smarriti; tu ritiri il loro fiato e muoiono, ritornano nella loro polvere. Tu mandi il tuo Spirito e sono creati, e tu rinnovi la faccia della terra" (Sl. 104:27-30); "Gli occhi di tutti sono rivolti a te, e tu dai loro il cibo a suo tempo. Tu apri la tua mano, e dai cibo a volontà a tutti i viventi" (Sl. 145:15,16).

[2] "...senza però lasciare sé stesso privo di testimonianza, facendo del bene, mandandovi dal cielo pioggia e stagioni fruttifere, dandovi cibo in abbondanza, e letizia nei vostri cuori» (.-..) ...e non è servito dalle mani dell'uomo, come se avesse bisogno di qualcosa; lui, che dà a tutti la vita, il respiro e ogni cosa" (At. 14:17; 17:25); "...ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c'è variazione né ombra di mutamento" (Gm. 1:17).

[3] "Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provar la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per insegnarti che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che vive di tutto quello che procede dalla bocca del SIGNORE" (De. 8:3); "Il poco del giusto vale più dell'abbondanza degli empi" (Sl. 37:16); "Se il SIGNORE non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori; se il SIGNORE non protegge la città, invano vegliano le guardie. Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare e mangiate pane tribolato; egli dà altrettanto a quelli che ama, mentre essi dormono" (Sl. 127:1,2); "Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore" (1 Co. 15:58).

[4] Salmo 62:1-12; 146:1-10; "Getta sul SIGNORE il tuo affanno, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto vacilli" (Sl. 55:22); "«Maledetto l'uomo che confida nell'uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si allontana dal SIGNORE! Egli è come una tamerice nel deserto:quando giunge il bene, egli non lo vede; abita in luoghi aridi, nel deserto, in terra salata, senza abitanti. Benedetto l'uomo che confida nel SIGNORE, e la cui fiducia è il SIGNORE! Egli è come un albero piantato vicino all'acqua, che distende le sue radici lungo il fiume; non si accorge quando viene la calura e il suo fogliame rimane verde; nell'anno della siccità non è in affanno e non cessa di portar frutto»" (Gr. 17.5-8); "La vostra condotta non sia dominata dall'amore del denaro; siate contenti delle cose che avete; perché Dio stesso ha detto: «Io non ti lascerò e non ti abbandonerò». Così noi possiamo dire con piena fiducia: «Il Signore è il mio aiuto; non temerò. Che cosa potrà farmi l'uomo?»" (Eb. 13:5,6).

Cinquantunesima domenica
D. 126. Qual è la quinta richiesta?

«Perdonaci le nostre offese, come noi perdoniamo anche a coloro che ci hanno offesi», cioè: a causa del sangue di Gesù Cristo, non volere imputarci, a noi poveri peccatori, tutti i nostri peccati e il male che ci resta sempre attaccato[1]. Quanto a noi, troviamo così in noi stessi la testimonianza della tua grazia, che è la nostra ferma risoluzione di perdonare di tutto cuore al nostro prossimo[2].



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[1] Salmo 51:1-7; "...e non chiamare in giudizio il tuo servo, perché nessun vivente sarà trovato giusto davanti a te" (Sl. 143:2); "Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù" (Ro. 8:1); "Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo" (1 Gv. 2.1,2).

[2] Matteo 18:21-35; "Perché se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe" (Mt. 6:14,15).

Cinquantaduesima domenica
D. 127. Qual è la sesta richiesta?

«Non sottoporci alla tentazione, ma liberaci dal male», cioè: da noi stessi siamo così deboli che non potremmo sussi­stere neppure un istante[1] e, per di più, i nostri nemici mortali, il diavolo[2], il mondo[3] e la nostra carne[4], non cessano di assalirci con le loro tentazioni; voglia tu dunque so­stenerci e fortificarci con la potenza del tuo Santo Spirito, af­finché possiamo resistere loro fermamente e non soccombere in questa battaglia spirituale[5], fino al giorno in cui finalmente otterremo la completa vittoria[6].

D. 128. Come concludi questa preghiera?

«Poiché è a te che appartiene il regno, la potenza e la glo­ria, per i secoli dei secoli», cioè: tutto questo noi lo doman­diamo a te nostro re che hai tutte le cose in tuo potere, poiché tu puoi e vuoi darci ogni bene[7] e così la gloria non ricada affatto su di noi, ma sul tuo santo nome, eter­namente[8].

D. 129. Che cosa significa il termine «amen»?

«Amen» significa: ciò è necessariamente vero e certo, poi­ché la certezza che la mia preghiera è esaudita da Dio è molto più grande del desiderio che sento nel mio cuore che essa lo sia[9]. (fine)



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[1] "Poiché egli conosce la nostra natura; egli si ricorda che siamo polvere. I giorni dell'uomo son come l'erba; egli fiorisce come il fiore dei campi; se lo raggiunge un colpo di vento esso non esiste più e non si riconosce più il luogo dov'era" (Sl. 103:14-16); "Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo. Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più. Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunziata. Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla" (Gv. 15:1-5).

[2] "Non c'è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce" (2 Co. 11:14); "Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere" (Ef. 6:10-13); "Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare" (1 Pi. 5:8).

[3] "Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detta: "Il servo non è più grande del suo signore". Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo ve lo faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato" (Gv. 15:18-21).

[4] "...ma vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della legge del peccato che è nelle mie membra" (Ro. 7:23); "Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste" (Ga. 5:17).

[5] "Ma quando vi metteranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come parlerete o di quello che dovrete dire; perché in quel momento stesso vi sarà dato ciò che dovrete dire. Poiché non siete voi che parlate, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi" (Mt. 10:19,20); "Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole" (Mt. 26:41); "State in guardia, vegliate, poiché non sapete quando sarà quel momento" (Mr. 13:33); "…non  solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza. Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato" (Ro. 5:3-5).

[6] "Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare" (1 Co. 10:13); "...per rendere i vostri cuori saldi, irreprensibili in santità davanti a Dio nostro Padre, quando il nostro Signore Gesù verrà con tutti i suoi santi. Or il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l'intero essere vostro, lo spirito, l'anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo" (1 Ts. 3:13; 5:23).

[7] "Difatti la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui, non sarà deluso». Poiché non c'è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato" (Ro. 10:11-13); "...ciò vuol dire che il Signore sa liberare i pii dalla prova e riservare gli ingiusti per la punizione nel giorno del giudizio" (2 Pi. 2:9).

[8] "Non a noi, o SIGNORE, non a noi, ma al tuo nome da' gloria, per la tua bontà e per la tua fedeltà!" (Sl. 115:1); "...li purificherò di tutta l'iniquità, con cui hanno peccato contro di me; perdonerò tutte le loro iniquità con cui hanno peccato contro di me e si sono ribellati a me. Questa città sarà per me un motivo di gioia, di lode e di gloria fra tutte le nazioni della terra che udranno tutto il bene che io sto per fare loro; esse temeranno e tremeranno a causa di tutto il bene e di tutta la pace che io procurerò a Gerusalemme" (Gr. 33:8,9); "...e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio" (Gv. 14:13).

[9] "Avverrà che, prima che m'invochino, io risponderò; parleranno ancora, che già li avrò esauditi" (Is. 65:24); "Infatti tutte le promesse di Dio hanno il loro «sì» in lui; perciò pure per mezzo di lui noi pronunciamo l'Amen alla gloria di Dio" (2 Co. 1:20); "...se lo rinnegheremo anch'egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare sé stesso" (2 Ti. 2:13).

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